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la tranquilla creatura, pensava che questo suo fratello se ne andava come l’altro, il più grande, che si era riccamente ammogliato a Pietramelara e lei, Cristina, restava sola, a diciott’anni, in casa, col padre vecchio e con la zia Rosina che soffriva di asma. In questa il fanciullo entrò: tornava dalla scuola, col berretto di traverso e la cartella sotto il braccio, con la cinghia pendente.

— Oh Ciccina, Ciccinella — gridò lui, dandole della testa nel petto per baciarla troppo presto.

— Come puzzi di fumo, Carluccio!

— Pare a te, Ciccina mia.