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70 | all’erta, sentinella! |
— Venezia è italiana — ripetette una vocina sottile di piccolino.
Il padre levò su, nelle braccia, il ragazzo e lo baciò freneticamente.
— Venezia è italiana, Venezia è italiana — strideva il piccolo figlio, ridendo, baciando il padre, dibattendosi come convulso di gioia.
— Benedetto figlio, benedetto figlio — diceva il padre, stringendo nervosamente fra le braccia il ragazzo.
La madre contemplava questa scena, sorridendo. Ella provava un minuto di purissima gioia, sentendo che palpito agitava il cuore di quel soldato, di quell’italiano. Da quel momento il capitano Gigli non ebbe più pace: andava, veniva per la casa, dando ordini a Grazietta, pregava la moglie di far la tal cosa, la tal altra, ripeteva, distrattamente, tre o quattro volte la stessa frase, alzava su nelle braccia il bimbo che ogni volta si metteva a strillare con la sua vocina allegramente:
— Venezia è italiana.
Il capitano Gigli scese in ufficio e per un paio di ore vi fu un viavai, un andirivieni di gente che ricevevano ordini, che partivano correndo, che correndo tornavano indietro. Due barche andarono e vennero, varie volte; da Nisida alla spiaggia dei Bagnoli e viceversa. Nell’isola si propagò un gran movimento.
Dappertutto, nell’isola, i lavori dei galeotti pare-