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66 | all’erta, sentinella! |
lunga, sopra un metro bizzarro, con rime fantastiche:
A San Francisco
Già ssona la sveglia,
Chi dorme e chi veglia,
Chi fa nfamità!
Sottovoce cantava, tenendosi i ginocchi con le mani, crollando il capo col berretto rosso. Il bimbo ascoltava, socchiudendo gli occhi.
E a San Francisco
Ce stanno e’ccancelle,
E’ninne chiù belle
Llà stanno a penà.
Ma vì che m’ha fatto
Stu rillicato e’Ppuorto
Me vo’ vedè muorto.
. . . . . . . . . . . .
Il bimbo aveva due o tre volte chinato il capo alla bizzarra lentissima cantilena. E il galeotto riprese la strofa, quella che invoca la liberazione:
Ma se mme passa
Sta scjorta de tossa
La coppola rossa
I’ voglio abbruscià.
Il bimbo dormiva. Il galeotto canticchiava ancora la triste canzone del carcere, per cullarne il sonno innocente.