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all’erta, sentinella! 61

ci stava da un pezzo, come in orazione, gli diceva, superando il naturale disgusto:

— Salite pure.

La commoveva l’implorante sguardo di quel giovanotto forte, che chiedeva mutamente, come una grazia, di vedere il piccolo figlio, di potergli stare vicino. Quando aveva sentito quella parola, il galeotto arrossiva di gioia, saliva prestamente senza rumore, le passava accanto col berretto in mano, chinando gli occhi, trovava subito il bimbo, lo levava su, in aria, mentre quello ridacchiava.

Passavano le ore fuori quella terrazza. Il galeotto sedeva per terra, la catena giaceva accanto a lui: e una bizzarra conversazione si stabiliva fra Mario e Rocco Traetta, interpolata da lunghi silenzii:

— Chi te lo ha fatto questo vestito, Sciurillo?

— Il governo.

— E pure questa coppola? (berretto).

— Sissignore.

— È buono il governo — diceva il ragazzo.

Il galeotto lo guardava, tacendo. Se il ragazzo avesse detto, in un’ora del meriggio, che era notte, egli avrebbe mormorato: sì, è scuro. Poi dopo un intervallo, il bambino incominciava:

— Che ti hanno dato da mangiare, Sciurillo?

— Fave nel brodo, signorì.

— E per secondo piatto?

— Pure fave nel brodo.