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56 | all’erta, sentinella! |
E guidandolo, lo condusse, dopo aver attraversato due strade, sino al ciglione. L’altezza faceva venire le vertigini, il mare, sotto, pareva un abisso.
— Così intorno, intorno — disse — e a ogni cento passi di notte e di giorno, vi è una sentinella. Di notte, le sentinelle crescono. Ogni quarto d’ora fanno il richiamo. L’evasione sembra la cosa più facile a questi disgraziati, sino a che arrivano al ciglione, donde debbono buttarsi in mare. Hanno troppa paura del salto. Una volta ne hanno trovato uno svenuto fra l’erba.
— Pure sono state tentate delle evasioni.
— Certo. Otto o dieci, delle quali almeno la metà sorprese dalle sentinelle prima che giungessero a buttarsi giù; e le altre quattro, consumate fino all’ultimo, ne ebbero una sola di riescita.
— Non lo riprendeste?
— No, era un marinaio di Napoli, di Santa Lucia, di quelli che vanno da bimbi in fondo al mare, a raccogliere la monetina da un soldo. Sono palombari dall’infanzia, li chiamano sommozzatori. Non lo riprendemmo mai. Deve esser espatriato, su qualche nave mercantile, all’estero.
— E gli altri tre?
— Sono morti tutti tre. Mi diceva una sentinella che il grido udito, mentre uno di essi andava giù, fu così straziante, che intese subito esser morto colui che evadeva. Difatti li abbiamo sempre ritrovati, il giorno seguente, sugli scogli, morti.