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52 | all’erta, sentinella! |
— Si. Traetta gli è sempre attorno, con la fedeltà e l’amore che hanno per i bimbi i grossi cani.
— E lo lasciate con lui?
— Sì. Credo che valga sempre meglio trattarli da uomini e da cristiani. Chi può far male ad una creaturina innocente? Anche il bimbo diventa più umano. È una maniera di dargli coraggio.
— Avete delle idee strane — osservò l’ispettore con un sorriso d’incredulità.
Erano giunti a una porta del grande edificio del Bagno. Dovevano visitare l’infermeria che era all’ultimo piano. Mentre salivano, incontrarono ancora dei galeotti, tenendo dei bicchieri e dei piatti.
— Li adibisco al servizio degl’infermi del piccolo ospedale.
— Credete che sia bene?
— Fra loro s’intendono meglio. La presenza dei carcerieri, continua, esaspera i più tranquilli. Agli ammalati, la evito.
— Spesso avrete dei falsi ammalati.
— Spesso. Ma è un inganno facile a sventare.
L’ospedale dei galeotti era formato da un solo stanzone grande, con quattro finestroni aperti sul mare; il pavimento era di terra battuta nera nera; le mura erano imbiancate semplicemente alla calce: ma i letti erano migliori di quelli dove dormivano i sani: non era il solito sacco a righe azzurre e bianche, gonfio di crocchianti foglie di granoturco, ma un materasso sottile di lana e delle lenzuola