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all’erta, sentinella! | 49 |
— Non avete un altro nome?
— Quello non conta — fece l’altro con disprezzo.
— Perchè non volete lavorare?
— Ingannalamorte non ha mai lavorato.
— Però la legge vi ha condannato ai lavori forzati.
— La legge può farmi stare qua dentro, non ci è che fare... Ma deve finire, Cristo?
— Non bestemmiate. Avete l’obbligo di lavorare.
— Stare qui, bè, non vi è da fare; portare la catena anche, questo è l’orologio che ci regala Vittorio. Ma faticare, perdio, no, mai!
Queste parole erano dette con un tetra energia.
— Potrebbe essere un buon titolo, per voi, il lavorare — disse l’ispettore Colonna.
— Che titolo! Sempre venti anni ho da fare. Ma chi sa se li faccio... — soggiunse, in aria di sfida.
— Come?
— Oh, tante cose possono succedere. Posso morire; e posso pure scappare...
— Da Nisida non si scappa — gli disse assai dolcemente, ma con fermezza, il capitano Gigli.
— Si scappa, si scappa — disse trionfalmente il galeotto — o si muore. Ma uno, vedete, eccellenza, è scappato.
L’ispettore interrogò con lo sguardo il direttore: costui disse di sì con gli occhi.
— Uno solo, è vero — continuò il fiero galeotto
Matilde Serao | 4 |