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all’erta, sentinella! | 39 |
— Non è fatica per le vostre mani. Lasciatelo portare a me, questo piccerillo:
— No — disse lei, ancora, incollerita.
— Scusate, scusate l’ardire. Io lo saprei portare senza fatica, il piccerillo. Non abbiate paura — finì di dire con tale tenerezza che la voce pareva piena di lacrime.
— Io non ho paura di niente — disse lei seccamente, levandosi. — Ma non voglio che portiate il piccerillo.
Si alzò, risolutamente, ricominciando con uno sforzo eroico, a spingere la carrozzetta. Egli fece un gesto largo con le braccia; la catena sospesa alla cintura tintinnì sinistramente, ma egli tacque guardando allontanarsi la madre e il figlio. Ella fremeva ancora di collera, come se la medesima umiltà con cui quel galeotto le aveva offerto i suoi servigi, le fosse d’ingiuria. Adesso erano in piena campagna, in una viottola fra i prati, dove venivano a pascere i cavalli di due o tre ufficiali e quelli delle carrette che servivano a trasportare i viveri, dalla spiaggia in su.
— Mamma — disse il bimbo riflettendo.
— Che vuoi?
— Perchè hai detto di no a quel galeotto?
— Perchè così.
Il bimbo tacque sentendo che la voce di sua madre era turbata.
— Ora sei stanca di spingere la carrozzetta, mamma — osservò lui dopo un poco.