Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
358 | o giovannino o la morte |
— Vi ricordate, eh, Giovannino, quel tale che voleva impegnare l’orologio di nichelle?
— Se non ci ero io, ve la faceva — rispose Giovannino, senza sgomentarsi ma senza voltarsi verso Chiarina.
— È vero, ho visto che siete assai astuto, siete proprio nato per fare l’impegnatore.
La ragazza si alzò, improvvisamente, e uscì dalla stanza. I due rimasero un po’ in silenzio, guardandosi. Il primo a parlare, con disinvoltura, fu Giovannino; ma ogni tanto come un tremito gli passava nella voce. Chiarina non ricompariva.
— Carminella, che fa Chiarina? — chiese donna Gabriella alla serva che aveva chiamata.
— Sta dicendo le divozioni, — rispose seccamente la pinzochera avvolgendo i due in una sola bieca occhiata: e se ne andò.
Pure, poco dopo. Chiarina ricomparve. Si fermò, ritta sulla soglia:
— Madre!— disse, con voce assai tramutata, — madre!
— Che è?
— Permettete che io dica due parole a Giovannino?
— Dille pure.
— Deve essere in segreto, scusate. Vorrei che venisse di qua.
— Non puoi dirle davanti a lei? — disse Giovannino, cercando di schivare il colloquio.