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voci si prolungavano, chiare, forti, fedeli. Egli non sarebbe fuggito mai, mai. E a metà della notte, vinto, prostrato, udendo di nuovo, sempre, le voci, il duro cuore del micidiale, del parricida, si spezzò, ed egli pianse.



II.


Sdraiato nella sua poltrona, dopo pranzo, il direttore del Bagno penale leggeva il giornale, attentamente, da cima a fondo, con tanta lentezza come se volesse imprimerselo nella mente: lo leggeva, assaporandolo e meditandolo, come fanno quelli che vivono lontano dai grandi centri, isolati ma non indifferenti, relegati da qualunque società, ma curiosi di qualunque movimento della vita. Ogni tanto, però, il buon direttore, sulla cui onesta faccia, in famiglia, si dileguava la freddezza e restava la naturale grande bontà, crollava il capo, come se leggesse delle cattive nuove. Egli era stato un patriota ardente, un soldato valoroso, e il suo coraggio, il suo entusiasmo rimanevano sempre vivi, in quel bagno penale dove lo avevano mandato ad occupare la sua energia: quei giorni, dopo le due fatalità di Lissa e di Custoza, erano molto