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354 | o giovannino o la morte |
Ma ormai ne parlavano ogni sera, a lungo, malgrado l’aria di sofferenza che prendeva il volto di Chiarina, ogni volta che cominciavano questo discorso. Donna Gabriella si lagnava amaramente che quelle streghe di femmine, quelle che portano per conto di un terzo che si vergogna l’oggetto a impegnare, esigevano un diritto troppo alto, una lira sopra ogni dieci lire.
— E alla fine, queste brutte scellerate che lavoro fanno? — soggiungeva donna Gabriella quasi arrabbiandosi, — aspettano il povero vergognoso che non ha il coraggio di entrare nell’ufficio, gli levano di mano, con buona maniera, mettiamo l’orologio, e per questa sola fatica si prendono, per esempio, tre lire sopra trenta...
— Una vera camorra, — approvava Giovannino, con la sua voce che aveva cadenze attraenti.
— E non ci è rimedio, capite! non ci è rimedio; dire che anche io l’ho fatto, sul principio, questo mestiere di piccola impegnatrice risparmiando la vergogna di entrare nell’ufficio a tanta gente, ma l’ho sempre fatto onestamente, prendendo mezza lira ogni dieci lire; con l’aiuto di Dio, con la protezione della Vergine, facevo tanti affari che valeva lo stesso!...
— Siete stata sempre una gran buona donna, — esclamava Giovannino commosso guardandola, con ammirazione.