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o giovannino o la morte 337

metodicamente agitato, non arrivava a mitigare quella viva tinta della grossa faccia. Gli occhi di donna Gabriella erano luccicanti.

Seduto sopra una poltroncina gialla, modestamente vestito, ma con una naturale eleganza, coi bei capelli biondi arricciati, pallido, ma sereno, stava Giovannino Affaitati. Ambedue parevano tranquilli e soddisfatti, guardando Chiarina che si avanzava incerta, senza guardarli, sentendosi palpitare il cuore sotto la gola.

— Vieni qua, Chiarina mia — disse donna Gabriella con insolita dolcezza.

Di nuovo, senza una ragione al mondo, Chiarina fu presa dal terrore e si mise a tremare. Pure, guardandola e sorridendo, Giovannino la invitava ad accostarsi.

— Vieni qua, Chiarina — ripetè la matrigna, nuovamente, con una tenerezza nella voce.

La fanciulla si accostò, in silenzio: la piccola mano bianca e sottile che aveva il tremore della febbre fu presa nelle grosse mani rosse, quasi gonfie della matrigna.

— Ti ho voluto far contenta — pronunziò lentamente donna Gabriella, — poichè pare che ci stia la volontà di Dio, e don Giovannino, qua, mi sembra un buon giovane. Ti voglio trattare meglio che lo farebbe una mamma. Con l’aiuto del Signore, a suo tempo vi sposerete. Dammi un bacio.

Sulla delicata guancia della fanciulla si posarono,