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vella. Lo straziante era di coloro che non sapevano ancora nulla e che entravano fra la folla, vinti da un cattivo presentimento: e in quaranta, in cinquanta, tutti si affrettavano a dar loro la cattiva notizia, gridando, strillando, piangendo, imprecando; colui che non sapeva ancora nulla e che apprendeva in così malo modo la dolorosa notizia, diventava a sua volta pallido come un morto, le palpebre gli battevano come se gli occhi non reggessero più alla luce: taluno vacillava, mancandogli il terreno sotto i piedi.
Ma il più desolante spettacolo lo presentavano le donne. Dappertutto dove vi era una banca, alla Trinità degli Spagnoli e a Santa Brigida, al vico Tofà e ai Guantai Vecchi, a Toledo e a San Ferdinando, nelle vie grandi, nei vicoletti, nei portoncini, per le scale oscure, per le tetre anticamere, dovunque si vedevano accorrere da tutte le parti le donne, di tutte le condizioni, popolane in baschina e scapigliate, cameriere col grembiule bianco annodato di traverso, mezze popolane con lo scialle pendente da un lato, impegnatrici, mezze signore, e le signore stesse, che avevano preso il primo cappellino capitato e che dietro la veletta mostravano lo stesso pallore, la stessa collera convulsa delle popolane. Straziante spettacolo di mani tremanti, di occhi disperati di’ labbra violacee che invano tentavano di reprimere i singhiozzi. Alcune più deboli, più infinitamente desolate, non sape-