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trenta per cento | 291 |
vescio, erano sorti, come funghi, giornali ligii a queste banche: e tutto ciò portava un grande turbamento. Si era fatto un duello e un innocente era stato ucciso le banche erano già macchiate di sangue. Il Pungolo continuava la sua campagna, malgrado le minacce, lo lettere anonime, le lettere minatorie: e la gran paura di tutti gli interessati non era per l’opinione pubblica, già presa, già vinta, ma era per l’impressione che ne poteva avere il governo, la magistratura la Camera di Commercio.
Pure, freneticamente i depositi crescevano come se un furore di rovina avesse oramai travolto i più umili cervelli, e le più piccole borse si sguernirono di quanto avevano, nei giorni otto, nove, dieci, undici febbraio. Nel pomeriggio del giorno undici febbraio l’interesse, che era restato per dieci giorni fisso al trenta per cento anticipato, fu portato da due nuove banche al quaranta per conto dalla prima o al sessanta per cento dalla seconda.
Ma esse non arrivarono ad avere depositanti, perchè sorte nel pomeriggio del giorno 11: il giorno 12 febbraio, nella mattinata, crollarono le banche, tutte quante, come un castello di carta. E fu così: il giorno prima dallo stesso Pungolo fu annunziato che il procuratore del re, l’indomani, avrebbe spiccato mandato di cattura contro banchieri, collettori, impiegati: che sarebbero state sequestrate le somme in deposito e apposti i sug-