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que, nella prima decade di febbraio la passione del denaro si sviluppò tanto da indurre i più restii, i più poveri, i più economici, i più guardinghi a mettere il loro denaro a una di queste banche al trenta per cento... al mese.

I depositi erano piccoli, ma moltissimi e dal cameriere di caffè alla stiratrice che aveva centoventi lire di economie, dalla pinzochera al capitano dell’esercito borbonico in ritiro, dalla educanda alla sua maestra, dal portinaio al padron di casa, tutti misero del denaro in queste banche. Non già che non vi fosse in molti un sospetto, una vaga paura, come un brivido di diffidenza, non già che non vi fossero delle voci prudenti che annunziavano il crollo di tutta la baracca; non già che non vi fossero, dovunque, delle furiose discussioni fra gli scettici, gli indifferenti e gli esaltati, ma questa paura vaga, questo sospetto, questa diffidenza eccitavano la mente o davano come un pascolo alla fantasia dei depositanti, la gran fantasia meridionale, che ha bisogno di entrare dovunque, anche negli affari di commercio. Quelli che si dibattevano disperatamente, erano gli esaltati, i difensori delle banche a ogni costo, e costoro, insieme agli interessati, facevano una guerra violenta contro un giornale della sera, il Pungolo, coraggioso, onesto, che sin dal principio aveva attaccato banche e non aveva dato loro quartiere, mai. Però, come tutte le cose buone hanno il loro ro-