Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
trenta per cento | 283 |
— Resterai qui?
— Sì. Non sono così sciocco da andar via ora che vi è da guadagnare tanto denaro.
— Oh Dio! — fece ella torcendosi le mani per la disperazione.
— Non far rettorica, — disse lui, sprezzantemente.
— Neanche se ti prego, se ti scongiuro, poi nostro nome, pel nostro onore, pel..., nostro amore passato?
— Rettorica, rettorica, — ripetette lui.
— Carlo, Carlo, lasciati commuovere, non ti perdere, vedi come ti prego, vedi che dolore mi agita, te ne scongiuro, brucia tutto e parti.
— No, — fece lui, sempre più duramente.
Ella abbassò il capo sul petto, come se pensasse. Quando lo rialzò, ogni traccia di emozione era scomparsa.
— Ho inteso, — ella disse. — Voi non valete meglio tutti gli altri: voi, come loro, avete bisogno del denaro altrui, per la vostra vita disordinata, viziosa. Ho creduto di sposare un galantuomo, sono la moglie di un furfante....
— Eleonora, — gridò lui furente.
— Mi salgono alla faccia le fiamme della vergogna quando penso che porto il vostro nome... quando penso che voi mettete le mani nel denaro altrui, nel denaro dei poveretti, che non hanno altre risorse... Almeno foste povero, affamato,