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280 trenta per cento

tuomo, sei dunque stato folle; non conosci, dunque, per la tua bonarietà, per la tua onestà, in quale abisso ti hanno trascinato. Tu, l’onesto, tu il galantuomo, tu, nella cui mano ho messa la mia, con orgoglio, puoi domani se non pensi a salvarti, esser travolto in una rovina di disonore. Credo..., spero, — soggiunse con uno sforzo — che tu possa ancor salvarti. Puoi ancora distruggere quanto esiste di prova contro te: lacerare, bruciare le carte, le lettere, le ricevute, tutto; puoi staccarti da Costa, subito; e partire, fare un viaggio...

Egli la guardò ancora e scoppiò in una larga risata.

— Non ridere, non ridere, — diss’ella, come se le si squarciasse la voce per l’angoscia.

— Rido per queste frottole che ti hanno raccontato. Costa è uno dei più forti speculatori di Europa: è una testa finanziaria potentissima. Ti assicuro che ti sei fatta corbellare.. — soggiunse lui, con un tono di sprezzante pietà.

— Costa e tutti gli altri saranno deferiti fra tre giorni al potere giudiziario. Tutte le carte sono nelle mani del procuratore del re, — disse ella, frenando a stento la sua indignazione.

Egli rise ancora, mentre ella diventava smorta come se svenisse.

— Ti hanno burlata, mia cara. Questa è una notizia che gira da quattro mesi. Sono i nemici di Costa che mettono in giro la voce.