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278 | trenta per cento |
tava un’arietta. Ma innanzi alla moglie, con cui serbava qualche forma ancora, tacque e si tolse il cappello.
— Scusa, sai, — credette di dire, — se non ti ho dato mie notizie. Gli affari non mi hanno dato un minuto di pace...
— Non importa non importa, — disse ella guardandolo con una bontà fatta di pietà.
— Anche questa sera debbo andar via, subito, — diss’egli. — Abbiamo una riunione di banchieri, la nostra posizione diventa sempre più importante.
— Io debbo parlarti, — diss’ella fermamente.
— Bene, avremo il tempo, domani, a colazione. Tanto, per ora, non parto.., e stasera, non potrei..
— Non domattina, stasera, — ribattè lei con lo stesso tono.
— Allora, stanotte, quando rientro, — cercò di accomodare lui, mettendo una più breve dilazione.
— Non questa notte, stasera, — ripetette lei, ostinata.
— Ma io debbo andare... — fece lui cominciando a impazientirsi, — Ho affari urgenti.
— La cosa che ti debbo dire è urgentissima.
— Dite sempre così, voi donne, — borbottò lui — e poi si tratta di frivolezze. Se ti pregassi, mi faresti il favore di rimettere a domani questo colloquio?