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276 | trenta per cento |
vecchio e flemmatico metteva il capo dallo sportello nella carrozza, e diceva alla signora che al circolo, al caffè, in casa degli amici non avevano visto il signor Triggiano da quattro o cinque giorni. Ella dava un nuovo indirizzo, a caso; e la via crucis ricominciava. Alla fine, quando non poteva cercarlo in nessun posto, a meno che non lo volesse cercare nella via, pensò:
— Egli deve essere da Livia Gioia.
E nel suo furore di salvezza lo avrebbe cercato anche da quella svergognata; ma non conosceva dove abitasse.
Allora, perduta ogni speranza, nella sera che si avanzava, disse al cocchiere di tornare a casa. Mentre lo pagava, il portiere le disse:
— Il signorino è tornato un’ora fa.
— Ah! — fece ella con un profondo sospiro.
E salì rapidissimamente. Raffaella venne ad aprirle la porta.
— Il signorino è tornato, aveva pranzato e ora dorme. Ha detto di non svegliano che alle nove.
— Aspetterò — mormorò ella a sè stessa.
Si tolse il mantello scintillante di perline nere, si levò cappello, si sfilò lentamente i guanti, consegnando tutto alla cameriera Raffaella che la guardava in silenzio. Poi sedette in una poltrona, abbassando la fronte sulla mano, in atto di paziente aspettativa.
— Il pranzo è pronto — disse Raffaella senza andarsene.