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all’erta, sentinella! 15

scrivanie, un divano, qualche sedia, il crocifisso, il ritratto del Re. Uno scritturale scarno, pallido, con la testa già spiumata, vestito miseramente, scriveva in un suo grande registro.

— Non vi è il direttore? — chiese l’appuntato.

— Ora viene — rispose lo scritturale.

E riprese a scrivere, senz’aver degnato neppure di uno sguardo il condannato. Entrò il direttore. Era un uomo sui quarant’anni, forte, alto, con una fisonomia bonaria ma seria. I carabinieri fecero il saluto militare. Egli salutò, diede un’occhiata di sfuggita al condannato e andò a sedersi alla seconda scrivania. L’appuntato gli diede il foglio di consegna.

— Come vi chiamate? — chiese il direttore al condannato, per la verifica.

— Rocco Traetta, — rispose colui a voce bassa.

— Non avete un soprannome?

— Mi chiamano Sciurillo.

— Di dove siete?

— Di Napoli.

— Anni?

— Ventisei.

— Del fu? — disse il direttore, levando il capo.

— Del fu Gennaro — disse, senza tremare, il condannato.

— Condannato per parricidio — soggiunse il direttore, chinando un po’ il capo, come se avesse rabbrividito.