Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
268 | trenta per cento |
mancabile, implacabile, fra tutti i piaceri di un lusso sfrenato, donne, cavalli, carrozze, viaggi, scampagnate, gioielli, tutte le pazzie umane per godere del minuto che fugge...
— Tutti erano ladri? — chiese macchinalmente la signora Eleonora.
— Tutti, non uno escluso. Chi per una donna, chi per una pariglia di cavalli, chi per un palco a San Carlo, chi per pranzare lautamente e per cenare delicatamente, tutti sono stati complici nel furto. Il denaro entrato alle due pomeridiane in una banca ne usciva dopo due o tre ore, per sparpagliarsi nelle tasche dei banchieri, degli impiegati, dei collettori, finanche degli uscieri, dei servitori, per sparpagliarsi, nella sera stessa, dovunque si mangia, si beve, si giuoca, si spende in un minuto il denaro. È certo... l’avidità spingeva i depositanti a mettere il loro denaro a un frutto così usuraio, certo è la grande ingordigia del guadagno illecito che ha corrotto le più rette coscienze; ma pure, nella gran catastrofe, quante piccole e intanto terribili catastrofi di piccole somme strappate alla piccola economia, quanti tesoretti preziosi che sono naufragati e che porteranno con sè un avvenire di miseria.
— La catastrofe? — chiese ella, levandogli timidamente gli occhi in volto.
— Sarà fra tre o quattro giorni. Tutte le fila dell’immensa truffa sono già nelle mani del pro-