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256 trenta per cento


Il marito mancava dalla casa da quattro giorni, senza mandare una sola notizia di sè: non aveva mai fatto così. Ogni mattina quando vedeva entrare Raffaella nella sua stanza, ogni pomeriggio quando rientrava in casa dalla passeggiata, la signora Eleonora chiedeva monotonamente:

— È tornato il signore?

— No, non è tornato — mormorava la cameriera, voltando il capo in là, mortificata di dover dare una risposta dispiacevole. E la grande abitudine della vita solitaria si faceva intorno a quella melanconica esistenza di donna. Ella non chiedeva più niente nè a Dio, nè a suo marito, nè al mondo; e viveva così, alla giornata, all’ora, non fermandosi a considerare il suo stato. Aveva bisogno di non riflettere, di non pensare, di non chiedere a sè stessa la ragione della sua vita; temeva che una improvvisa disperazione la conducesse a qualche stravaganza.

Giovane, bella, con una ricchezza di sentimento nel cuore, con l’anima piena di nobili ideali, ella era abbandonata nel vasto mondo, così, senza appoggio, senza soccorso, senza una sola persona che le camminasse accanto. Non voleva pensarci.

Viveva così, leggendo assai, passeggiando assai, passando ore intiere assopita in una preghiera, nella chiesa, senza scosse, senza sussulti, dandosi allo conversazioni esteriori, interessandosi a una