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trenta per cento 249

riesciva a staccarli l’uno dall’altro perchè erano umidi. Eleonora Triggiano serbò anche quello, macchinalmente nel suo manicotto. Dopo Santa Brigida il movimento popolare si calmava un poco, la fiera delle bancarelle cessava lì: ma i grandi magazzini, i bei magazzini avevano esposto le più belle cose, dai diamanti alle sete, dai pasticci di fegato grasso ai dolci finissimi. La folla diventava più lenta, più elegante, più aristocratica. Ancora un gruppo si fermava innanzi a un gran manifesto attaccato al muro, da poco, dove la banca Costa dichiarava che per la riuscita di alcune sue operazioni, all’estero, si trovava nel caso di favorire i suoi depositanti del ventitrè per cento in oro e del venticinque per cento in carta. Il cartellone era ampio, i caratteri grossi e era firmato: Banca Costa e Compagnia. Aveva un’aria più decorosa e quel venticinque per cento, in carta, faceva certo un effetto mirabile su quanti leggevano poichè restavano fermi, attoniti, leggendo una seconda volta. Dove la folla ricominciava era innanzi ai nuovi magazzini del dolciere Caflisch, tre magazzini smaglianti di cristalli, di marmi di bomboniere variopinte, di dolci d’ogni specie: una folla che entrava ed usciva dalle due botteghe e risaliva nelle carrozze, nelle carrozzelle, carica di cartocci, di bottiglie incartate, di canestrini, di cassette di legno greggio. Un andirivieni, come al palazzo Faucitano, alla banca Ruffo-Scilla.