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di Paolo Collemagno. E dopo un lieve sorriso, di dietro i cristalli, si guardarono a lungo, si guardarono senza muoversi, senza dire nulla, assorbiti. Passavano le ore, declinando la giornata e dietro a quei cristalli, ella si sentiva sommersa, perduta.

III.

La settimana che precedette il Natale, quell’anno, fu improvvisamente dolce. La fiera tramontana che aveva fischiato per tutte le vie di Napoli nella prima metà di dicembre, sgomentando e infelicitando singolarmente i napoletani che non sopportano il freddo, la cruda tramontana, che fa impallidire le labbra e arrossa gli occhi, cadde: e un dolcissimo scirocco avvolse la città adoratrice dello scirocco. Erano state forse le preghiere della povera gente, massime dei venditori di ogni genere, dal più caro al più meschino, che, in quella settimana di baldoria, temono egualmente la pioggia come il soverchio freddo, e mettono ad ardere dei ceri, poveretti, perchè faccia buon tempo, perchè la gente esca di casa, tutta la gente, e compri quello che vende l’immenso mercato.