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— Abbiamo sempre parlato di lui... — diss’egli malinconicamente.

— È la nostra salvaguardia — mormorò lei, — così mi pare di esser meno colpevole. Addio, signor Paolo.

— Dite: a rivederci.

— A rivederci... non so quando.

— Appena avrò le notizie.

E la guardava così amorosamente che ella sentì tutto il suo debole cuore consumarsi di pietà...

— Perchè andate anche voi, la sera, al Giardino d’inverno? — chiese, con un lieve sorriso.

— Così, per distrarmi — mormorò lui rosso di gioia.

— Ma eravate solo, nevvero? — gli domandò, con una fiducia profonda.

— Solo, sempre solo, cara — disse lui, inebbriato.

— Non ci andate più, — gli gettò lei, scappando via con un sorriso incantevole.

Egli la vide fuggire, figura snella e bruna, con un passo più leggero, e voltar subito l’angolo del giardino Cariati. Anche lui abitava nell’immenso palazzo Cariati, al terzo piano, mentre ella stava al secondo. Ma non osò seguirla, non osò ritornare anche lui a casa, per paura dei mille vicini che abitavano in quell’alveare. Risalì sul Corso, portando macchinalmente alle labbra la sua mano, quella che aveva tenuta la mano della bionda signora Eleonora.