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206 | trenta per cento |
— Lo vedo; — disse il signor Paolo — dalla finestra della mia stanza si vede tutto.
— ... a volte è di un folle buonumore, come se volesse stordirsi, dimenticare. Oh signor Paolo, certo egli è in pericolo! Non è mai stato una notte senza tornare a casa.
— Io l’ho visto, ieri sera, — e il signor Paolo, pronunziò queste parole, freddamente o distrattamente.
— Oh per carità, ditemi dove? — fece ella, congiungendo le mani, in atto di preghiera.
— Perchè dovrei dirvelo? — ribattò lui, con un po’ di durezza. — Sono forse il custode di vostro marito?
— Avete ragione — e chinò li occhi un po’ umiliata. — Io vi sono di gran tormento. Almeno.... per rassicurarmi.
— Oh potete rassicurarvi.... — fece lui, sorridendo ironicamente — vostro marito non corre alcun pericolo.
E continuò a sorridere ironicamente. Ella era diventata tutta timida, intravedendo la verità, non osando domandar nulla.
— Lo vidi ieri sera — fece lui, distrattamente — a quel teatro che chiamano il Giardino d’inverno. Non ci siete mai stata?
— No: non vado in nessun posto.
— La mia domanda era sciocca, scusatemi. Il Giardino d’inverno non è fatto precisamente per le signore oneste.