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202 | trenta per cento |
e cercò di metterlo nel manicotto di lei, pian piano. Ella si sentiva così addolorata e così debole, che non osò respingere quel tenue dono, dal profumo sottile, e tirò il mazzolino entro il manicotto.
— Me lo ha dato una ragazzina scalza e morta di freddo; era il primo che vendeva — narrò lui, come per distrarsi da un pensiero dominante, — mi ha detto, tremando o battendo i denti, che io le avrei forse portato fortuna.
— Il mondo è pieno d’infelici — fece ella, vagamente, guardando l’orizzonte.
— Voi avete pianto, stamane, signora Eleonora.
— No, no — rispose subito ella.
— Sì, avete pianto — ribattè lui, guardandola amorosamente, disperatamente.
— Perchè avrei dovuto piangere? Vi assicuro di no — fece la bionda signora, guardando verso il mare, per fuggire l’inchiesta di quegli occhi disperati.
— Perchè volete nascondermi quel che soffrite, signora Eleonora? Forse che io non indovino tutto? Forse che io non so tutto, così fatalmente? Non lo sapete che io vi amo?
— Vi avevo detto di non pronunziar mai questa parola, signor Paolo — disse ella, severamente. — Lasciamoci, vi prego.
— Bene — mormorò lui — non dirò più questa parola, se essa tanto vi offende. Ma mi avevate