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trenta per cento 201


Ella abbassò il capo, e sul candido quasi trasparente pallore del volto un’onda di sangue apparve. E camminarono insieme, più piano, senza dire nulla.

— Perchè mi aspettate sempre? — chiese ella, improvvisamente, con un corruccio pieno di malinconia.

— Perchè non posso fare diversamente — disse lui, come mortificato, piegando la testa.

— Mi fate dispiacere mormorò la bionda signora, e parea che le lacrime avessero velata la sua voce e i suoi begli occhi dolci e profondi.

— Non dite questo, non lo dite — pregò lui come soffocando. — Per non darvi un dispiacere, morirei.

E urgeva nella sua voce bassa e tremula, urgeva la forte e disperata passione. Ella lo guardò e si tacque, cercando di affrettare il passo. Per fortuna, a quell’ora, in quella fredda mattinata d’inverno, erano pochi i passeggiatori del Corso: la bella via sopra Napoli era percorsa da venditori di frutta e di erbaggi, da operai e operaie, gente affaccendata, gente preoccupata, frettolosa, che correva al suo lavoro, alle sue cure, senza badare a quella pallida coppia di passeggiatori, che si parlavano senza guardarsi in viso e i cui occhi avevano l’espressione di un ardente dolore.

Egli prese dall’occhiello un mazzolino di pallide e fredde violette, un po’ rosicchiate dal gelo,