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198 trenta per cento


— Vi siete ingannato — disse gelidamente il professore — dovete iscrivere trecento lire per Elisabetta Fasulo, e quattrocento per Clorinda Fasulo.

L’impiegato represse un piccolo moto d’impazienza.

— Si può correggere la ricevuta — disse — datemela indietro.

E presa la carta, ci faceva sopra delle aggiunzioni a caratteri minuti.

— Nossignore — osservò il professore — questa non è una ricevuta regolare. Ne dovete fare due, in perfetta regola, per le due depositanti.

— Voi avete tempo da perdere, ma noi no — disse con insolenza il bel giovane.

— Mi duole per voi, ma mi darete due ricevute, come vi avevo detto.

— Non vi sarete bene spiegato — fece l’altro, levando le spalle. — Basta, ve ne farò due.

E sospirando d’impazienza, dopo aver lacerata la prima ricevuta, se ne mise a rifare due, compitando le sillabe dei nomi, per dimostrare la sua noia. Poi le staccò:

— Sta bene?

— Bene.

— E passiamo avanti, signor mio.

— Ma nel libro ci lasciate una dichiarazione di deposito sbagliata? — osservò glacialmente il professore, senz’andarsene.