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cile e lungo, che era l’ideale della sua vita di scienziato. Ma vide che altre persone salivano, con lui, le scale: e altre ne incontrò che scendevano. La banca era popolatissima era un gran salone lungo diviso in due parti da una grande divisione di legno acero, biondo, nella quale si aprivano gli sportelli degli impiegati. Vi erano tre sportelli per i depositi e tre per i pagamenti degli interessi ma la gente si assiepava innanzi agli sportelli dei depositi, mentre vi erano solo tre o quattro persone a quelli degli interessi. La parte della sala adibita al pubblico era ammobiliata, con bancaria eleganza, di velluto azzurro scuro, con una frangia oro ed azzurro a grossi fiocchi. Dei fattorini di banca facevano il servizio, in livree azzurro scuro, filettate di giallo; portavano: Banca Ruffo-Scilla. E la gente si affollava innanzi agli sportelli di deposito, stringendosi l’uno all’altro, tenendo sollevata la mano dove avevano il denaro, carte gialle, carte azzurre, carte bigie, a fascetti, a pacchetti, alcune nuove come se fossero uscite allora da sotto il torchio litografico, altre unte e bisunte come se fossero passato per mille sporchissime mani. Non si vedevano, sulle teste, che delle braccia alzate, tenendo il denaro levato in alto.
Il professor de Peruta ebbe un minuto di sgomento: quello che gli era parso un fatto isolato al mattino, come le ore passavano, passavano, gli sembrava che si sviluppasse. si estendesse, si al-