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186 | trenta per cento |
banca: chi volete che non profitti? Noi ci abbiamo messo le nostre economie di due anni; capite che con le trenta e le quaranta lire che abbiamo di mesata, mia sorella e io, non ci è molto da fare economia. Come volete che non si mettano i denari alla banca Ruffo-Scilla?
— Vi servirò, — disse lui, — sebbene avrei preferito veder fare a voi il deposito. Potete pentirvene, può succedere qualche guaio...
— Quando ci è quella persona lì, — disse ella ammiccando maliziosamente al barone di Rothschild lontano, — si può stare sicuri.
— Vi servirò, ripetè lui, infilando i guanti di lana e volendo, a ogni modo, procurarsi delle amicizie nell’educandato.
Pure, passando la grande porta di quercia che Barbarella la custode aveva schiusa, tutta pensosa, il professore Alessandro de Peruta sentì subito il tormento di quei quattrini che aveva presi da Clorinda Fasulo. Quando aveva portato addosso settecento lire, il povero professore? Non le aveva mai possedute e mai portate: era un miserabile professore di storia, un incaricato, neanche un titolare, che con due scuole e un paio di scolari arrivava a combinare centosettanta lire al mese con cui viveva lui, a Napoli, sua madre e sua sorella a Giffoni Vallepiana, nel Cilento. Non aveva mai visto settecento lire, il gramo professore, che viveva in una stanzuccia mobiliata, alla via Con-