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6 | all’erta, sentinella! |
rustici, ancora sonnacchiosi, tiravano delle tavole greggie, dai piedi dipinti di nero, dove stendevano le tovaglie, mettevano la saliera in mezzo e dei bicchieri di grosso cristallo verdastro, capovolti. A una finestra, due guardavano il mare: una donna giovane, bionda, bianca e delicata, vestita di un semplice abitino di tela azzurra scura, e un uomo sui quarant’anni, bruno, bello, pensoso.
Due volte la donna si chinò verso l’uomo, chiedendogli qualche cosa, con un sorriso, poggiandogli lievemente la mano sul braccio, ed egli parve rispondere vagamente, come pensando ad altro. La donna lo abbandonò alla finestra, senza che egli dicesse nulla, e comparve sulla terrazza, guardando i bimbi inglesi che strillavano allegramente nell’acqua, strappando dal pergolato un largo fiore di passiflora, di cui tirava i petali, coi dentini; ma come affascinata, ritornò a lui, alla finestra, parlandogli sottovoce, indicandogli l’isola di Nisida, lungamente, mentre egli ascoltava, crollando il capo, sorridendo un poco, come consentendo al racconto bizzarro di un sogno.
Anche il mare, nella molle ora del crepuscolo estivo, parea si fosse risvegliato dal sonno della siesta pomeridiana: presso a riva strideano le voci dei fanciulli che si bagnavano, ridendo e schiamazzando, mentre la marinara, rivolta verso la spiaggia, chiamava a distesa: Aniello, Aniello! Adesso tre paranze avevano passato il canale di