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all’erta, sentinella! | 5 |
piacere, ma volendo aver l’aria di forestieri: il cocchiere si fermava sulla spiaggia, spiegando che quello era il poligono dei Bagnoli, dove la mattina, all’alba, i soldati venivano a fare le esercitazioni e che quell’isola si chiamava Nisida, Niseta.
— Bella, bella — esclamavano i provinciali, guardando l’isola verde che leggiadramente si specchiava nel mare, già diventato color di acciaio.
Il cocchiere crollava le spalle camminando avanti, voltando per la via di Fuorigrotta, portando i suoi provinciali sotto la grotta. Ovvero era qualche equipaggio padronale che spuntava dalla via di Posillipo, conducente qualche signora bella ed elegante restata a Napoli per combinazione, o per dispetto, o per capriccio, rinunziando ai piaceri del viaggio estivo; e il cocchiere andava lentamente, mentre l’ombrellino grande, bianco, foderato di rosso, circondava della sua aureola una testa pensosa: anche questa carrozza si fermava sulla spiaggia, per guardare la bella isola di Nisida, e mentre la carrozza continuava lentamente il suo giro, verso Fuorigrotta, per ritornare in città, la signora fantasticava che fosse quel punto luminoso, luminosissimo che i suoi buoni occhi acuti avevano scoperto fra il verde, sulla cima dell’isola di Nisida.
Tutte le finestre dell’osteria, adesso erano spalancate, sul mare, sulla pianura dei Bagnoli, sulla via di Fuorigrotta; e sulla grande terrazza coperta dal pergolato delle passiflore, due camerieri assai