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che li accompagnavano, formando un gruppo. Così la barca andò, carica di fiori, per l’azzurro del mare, lentamente, come se conducesse un felice corteo; così la vide andare Rocco Traetta, colorita, e odorosa, scivolando sulle chete onde, con un movimento indistinto. Sulla spiaggia deserta dei Bagnoli, in quella mattinata di novembre, apparivano solo i profili di due carrozze: nessuno si fermava a vedere la barca carica di fiori che si avanzava, lentissimamente, forse obbedendo a una parola della madre. Così se ne andava, per sempre, il fanciullo, tra i fiori, sopra l’azzurro; se ne andava dal carcere, se ne andava dalla galera, se ne andava alla libertà. Così lo vedeva partire Rocco Traetta, che non lo aveva potuto vedere, che non lo aveva potuto salutare, vivo, e che ora lo salutava, morto, lo salutava sottovoce, come se gli parlasse, come se il fanciullo potesse ancora udirlo, chiamandolo il peccerillo, il peccerillo bello e raccomandandogli la grazia che voleva dalla Madonna, raccomandandogli la lettera che gli aveva messo nelle mani e che avevano chiuso nella bara. Il fanciullo era lontano, sbarcava ora: lo mettevano nella carrozza, sempre fra i fiori, vi salivano il padre e la madre: e gli altri salivano nell’altra. Era lontanissimo, il fanciullo: le carrozze filavano, rapidamente, erano scomparse sulla via di Fuorigrotta. Tutto era finito. Il fanciullo era morto, sparito.