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110 | all’erta, sentinella! |
Traetta era rimasto come istupidito.
— Il peccerillo, il peccerillo — diceva.
E da quell’ora era entrato nell’anticamera dell’ufficio, senza domandare nulla, rincantucciato in un angolo. Due o tre volte, passando, il capitano Gigli lo aveva visto, ma non si era fermato, imbarazzato dalla presenza di Traetta. Solo, la terza o quarta volta, Traetta si era levato e gli aveva detto:
— Vostra Eccellenza, questa carità di farmi vedere il peccerillo...
— Più tardi, più tardi — aveva detto il padre, in fretta.
— Ditelo alla signora, diteglielo che non sono mai entrato quando era malato, perchè non mi ci voleva: diteglielo che questa carità, adesso, me la deve fare.
— Glielo dirò.
Si allontanò: ma dopo un’ora egli era a capo nell’anticamera dell’ufficio, aspettando, con la pazienza invincibile dei cuori affranti. Infine, verso la sera, stanco, il capitano Gigli uscendo di ufficio, risalendo alla sua casa, gli disse:
— Domani mattina, prima della partenza.
Il galeotto lo guardò, meravigliato: poi crollò il capo:
— Grazie, Eccellenza.
Sopra, il capitano Gigli fece chiamare sua moglie nel corridoio. Sempre la medesima, sempre con