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104 | all’erta, sentinella! |
— Pare che riposi — mormorò ella; — va a dormire.
— Tornerò — disse lui.
Infatti, verso le due egli tornò, pian piano. Il sonno del fanciullo si era fatto più grave e il respiro fischiava nella gola: alle volte aveva un suono gutturale di rantolo. Ma, del resto, riposava. La madre, con la guancia appoggiata a una mano, vegliava.
— Dorme... — disse il padre, come un soffio.
— Dorme... — ripetette la madre.
Di nuovo, egli andò via. Cecilia piegava la testa al sonno, quando la risvegliò un soffio, la voce del bambino — Mamma, la lampada.
— È troppo forte, debbo abbassarla? — chiese piegandosi sul letto.
— No: non la vedo.
Ella non intese bene; intese che fosse poca la e andò a voltare la lampada in modo che la luce colpisse negli occhi.
— Sta bene così?
Egli sorrise lievemente, accennò di sì col capo e chiuse gli occhi come per riaddormentarsi. Ella un poco, sempre inquieta per quel rantolo così profondo: ma poi il sopore della stanchezza la vinse e piegò il capo a dormire. Verso le quattro il piccolo figlio riaprì gli occhi e si guardò attorno, come smarrito, quasi che fosse rimasto solo; ma