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all’erta, sentinella! 95

Non era mai stato ammalato, Rocco Traetta, e il medico dell’ergastolo non aveva avuto occasione di curarlo. E di botto, Rocco gli si piantò davanti, e a bassa voce:

— Come sta quel peccerillo, come sta?

— E a voi che ve ne importa? — disse il dottore che era un po’ burbero e che era abituato a trattar ruvidamente i galeotti.

— Io ero il servitore, signor professore, ero il servitore di quel peccerillo.

E, veramente, nel dirlo, era così umile e appassionato, che il medico lo squadrò, poco avvezzo a scorgere questi sentimenti nei galeotti.

— Sta così e così — disse poi, borbottando.

— Ma si sana? Voi lo dovete far sanare, signor professore.

— Così speriamo — disse il medico passando avanti.

Ma il gran cruccio di Rocco Traetta era di non poter entrare in casa. Ogni volta che la signora Cecilia appariva dietro i cristalli del balcone, egli appariva all’angolo della piazza, si avanzava, cavandosi il berretto rosso, salutandola due o tre volte, rivolgendole un tale sguardo supplichevole che avrebbe commosso qualunque persona indifferente. Ma ella non lo vedeva, o non voleva vederlo, perchè voltava il capo dall’altra parte, si ritirava subito, come chiamata dall’interno. Egli si allontanava lentamente, come se facesse la guardia