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di tutto il materiale probatorio raccolto all’epoca dall’Autorità Giudiziaria) mantenere le medesime distanze per i dirigenti del Gruppo Fininvest.
Basti pensare all’invio dei certificati azionari di alcune società, e in altri casi di tutti i documenti societari, in luogo protetto (decine di scatoloni nel corso degli anni hanno viaggiato dagli uffici di CMM a quelli di Drennan, a Malta e all’Isola di Man ...); basti pensare alle dettagliate informazioni ricevute dal latitante Vanoni, alla “riservatezza” mantenuta nel corso della due diligence svolta da Amman, rendendo contemporaneamente palese il fatto che all’occorrenza avrebbe potuto rivelare l’identità dei proprietari delle società.
La reticenza di Mills è assolutamente evidente, nelle deposizioni rese in entrambi i processi c.d Guardia di Finanza e All Iberian.
A conferma di quanto sopra, e per comodità di lettura, si riportano di nuovo qui solo alcuni passaggi della deposizione del gennaio ‘98, le risposte date alla ripetuta domanda del P.M: “di chi sono oggi queste società?”.
“Le spiego. Cioè, non spetta a me dire chi è il proprietario, chi no, Posso raccontare soltanto i fatti, e il fatto è che le azioni sono dove sono... non so dove Vanoni le ha messe. Ma io sono la persona che ha ricevuto i dividendi e quindi in quel senso, chi riceve i dividendi ovviamente è la persona che gode della proprietà … Cioè, voglio chiarire una volta per sempre la storia della proprietà di queste società, perché non voglio essere frainteso. Io posso parlare soltanto dei fatti … La proprietà è rimasta un po’ vaga, come dicevo prima, perché nessuno ha detto: <Io sono il proprietario di queste società> … Però, se mi chiede chi mi ha chiesto, ci ha chiesto di fare le società, la risposta, ovviamente, è dirigenti del Gruppo Fininvest. Se mi chiede, allora, per conto di chi hanno agito queste società, per forza devo rispondere: hanno agito per conto della Fininvest. Se mi chiede secondo le istruzioni di chi e cosa hanno fatto le società, per forza devo rispondere: secondo le istruzioni di persone di Fininvest. Se mi chiede che iniziativa avevo io o i dirigenti della C.M.M., la risposta è: non avevamo nessun potere di iniziativa in queste società, perché le società esistevano a rispondere alle esigenze dei clienti e i clienti erano, come è straprovato da tutte le carte in giro, il cliente era il Gruppo Fininvest. E quindi il nostro ruolo, nostro, di miei dipendenti, erano di rispondere alle esigenze, alle domande, alle richieste di assistenza da dirigenti Fininvest in queste società. Allora, se lei mette questi fatti insieme al fatto che le azioni sono almeno prese da Giorgio Vanoni, e ha messo, non so, in garanzia o quella ragione che era, se questo ammonta alla proprietà ai sensi italiani, allora sta a voi, non compete a me dire. Io posso soltanto esprimere i fatti...”.