Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/352


Procedendo all’esame dello scritto del 2 febbraio 2004 e delle successive dichiarazioni dell’imputato, ivi comprese quelle rese ai Pubblici ministeri il 18 luglio 2004, va in primo luogo sottolineata l’intrinseca consequenzialità logica di tutto il suo dire, a partire dal lontano 1996. La narrazione dell'intera vicenda si dipanava infatti secondo un incontrovertibile ordine temporale ed una perfetta sequenza logica, e va qui brevemente ripercorsa usando le parole che lo stesso Mills – o per lui i suoi consulenti – avevano usato, come documentato nelle pagine che precedono.

Mills offriva un ampio resoconto dei presupposti professionali, finanziari e giudiziari intercorsi con il gruppo Fininvest, ed in particolare con Silvio Berlusconi ed i suoi dirigenti, a far tempo dalla fine degli anni ‘70/inizio anni ‘80, ovvero dalla commissione affidatagli di costituire un gruppo di società offshore al fine di realizzare da un lato la creazione di poste contabili che non avrebbero dovuto figurare nel bilancio consolidato del gruppo, dall'altro l'allocazione estero su estero di ingenti somme di denaro i cui beneficiari erano individuati, quanto alle società Century One e Universal One, nei figli di Silvio Berlusconi, Marina e Pier Silvio.

Mills descriveva, poi, come e perché avesse conseguito lui stesso un profitto delle società offshore, il cosiddetto dividendo Horizon pari a circa dieci miliardi di lire, che i dirigenti del Gruppo Fininvest gli avevano chiesto di trattenere in conto e in nome proprio, sottoponendolo a tassazione fiscale secondo la legge britannica, al fine di cancellare qualsiasi traccia finanziaria che avrebbe potuto ricondurre a Silvio Berlusconi la proprietà delle società offshore, e, fra esse, del canale televisivo Telepiù, in aperta violazione della legge italiana che impediva la concentrazione di proprietà di sistemi di comunicazione di massa.

E questo quando l’Autorità giudiziaria italiana indagava proprio sulle società offshore, su Telepiù e altro.

Mills dichiarava al fisco, in più occasioni, di aver percepito anche altre somme: direttamente su disposizione di Silvio Berlusconi al suo studio ed a lui personalmente, nei primi mesi del 1996; da Fininvest circa 100.000 sterline, in epoca successiva e fino al 2004, per le spese connesse ai procedimenti a suo carico in corso.

Mills raccontava del grave contrasto sorto con i precedenti soci dello studio legale Withers di Londra e di come egli, obtorto collo, al fine di tenere riservata la percezione della somma, avesse dovuto accettare di suddividerla con gli altri soci dello studio, Virginia Rylatt, Jeremy Scott e Christopher Coffin.

Mills collegava la successiva dazione di 600.000 dollari alla volontà di Carlo Bernasconi – ossia del dirigente Fininvest che, a suo dire, era strettamente collegato a Silvio Berlusconi [“a close

11) verbale della riunione presso lo SCO di Bristol del 6 ottobre 2004, nel quale ancora una volta non viene fornita alcuna diversa indicazione sull’origine del danaro,

12) nuova missiva in tema di Sue Mullins del 5 novembre 2004 allo SCO, contenente la medesima versione dei fatti.