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Si legge nella sentenza che le attività corruttive poste in essere da Attanasio si collocavano nell’ambito dell’iter amministrativo, ritenuto illegittimo, relativo alla adozione della variante al piano consortile ASI per gli agglomerati di Salerno e Battipaglia ed erano state compiute nei confronti del redattore del piano territoriale (Iannizzaro) ed altri.
Più esattamente l’accordo corruttivo era finalizzato a ottenere la destinazione ad uso commerciale di un’area della ex Snia Viscosa, poi Texsal, acquisita da Attanasio, al fine di realizzarvi un centro commerciale. Le erogazioni di danaro venivano promesse al redattore del piano territoriale e direttore del consorzio (Vincenzo Iannizzaro), al consulente del consorzio e – a titolo di pagamento di parcelle – ai progettisti del centro commerciale e all’intermediario nell’individuazione del gestore.
In sentenza sono stati ricostruiti l’iter amministrativo della variante, fra il 1990 e il 1995 (pagg. 467-474 della motivazione) e le modalità attraverso le quali Attanasio aveva acquistato i terreni, in quanto amministratore della società proprietaria Texsal, dal 30 gennaio 1989 al 4 agosto 1995. L’istanza di riuso dell’area per attività commerciali era stata depositata presso il comune di Salerno il 17 luglio 1989, ma nessuna delle reiterate e differenziate richieste era stata accolta. Solo nel 1994 il terreno era stato ricompreso in zona D4 (insediamento di piccole industrie, attività artigianale e commerciale), e pochi mesi dopo la Texsal era stata acquisita dalla società Vignale Immobiliare. Il nulla osta regionale all’insediamento del centro commerciale era stato rilasciato nel marzo 1997, a seguito di un iter dal tribunale ritenuto illegittimo (per i motivi dettagliatamente descritti nella sentenza).
In particolare qui interessano gli accertamenti di natura contabile-bancaria sulle società riconducibili a Diego Attanasio, effettuati al fine di individuare le disponibilità finanziarie utilizzate per l’acquisto del terreno della ex Snia Viscosa; i rapporti contrattuali intercorsi con la Vignale Immobiliare, acquirente della Texsal; la destinazione dei proventi ricavati da Attanasio; i rapporti societari e finanziari del medesimo.
La descrizione delle anomalie riscontrate si può leggere nelle pagine 487 e seguenti della sentenza. In specie a pag. 494 vengono schematizzate le operazioni così come ricostruite:
“Nel 1989-90 l’Attanasio acquistò la Texsal per un valore complessivo di 3 miliardi e 800 milioni; nel 1995 la società che possedeva nel suo patrimonio anche questa consistenza immobiliare cedette l’intero pacchetto azionario alla Vignale Immobiliare per 25 miliardi tramite la vendita del certificato numero 7 delle azioni della società Due Lune. Certificato questo indispensabile per poter cedere l’intero capitale sociale e che venne pertanto comprato nuovamente [dalla Finanziaria Mesa: nde], dopo esser stato ceduto alla Dendor, al costo di 5 miliardi e 200 milioni di lire. Per effetto di siffatto acquisto la Dendor realizzò un’enorme plusvalenza tra il prezzo di