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Mills non sapeva dire chi avesse preso l’importante decisione di non immettere i due veicoli operativi in un trust: la cosa gli era stata comunque comunicata da Vanoni, autorizzato ad operare “per conto delle persone legate a Berlusconi”. Era stato infatti Vanoni, ad esempio, a portare a Marina e Pier Silvio Berlusconi i contratti da sottoscrivere, e i documenti erano stati restituiti firmati a Mills.

L’imputato negava di aver avuto informazioni specifiche sulle modalità di gestione dei conti e sul volume finanziario delle somme che vi transitavano. Era anzi “impressionato a constatare che sui conti svizzeri presso la BSI sono stati effettuati ingentissimi prelevamenti in contanti”. Sapeva che Del Bue aveva una struttura fiduciaria a Lugano e dava per scontato, anche sulla base della sua pratica professionale, che egli avesse un mandato fiduciario, come accade molto di frequente in casi del genere.

Richiesto di definire i rapporti fra Del Bue e la famiglia Berlusconi, dichiarava: “Del Bue, tra le persone che ruotavano intorno alla famiglia Berlusconi, era certamente nella cerchia più interna. Voglio dire che era tra le persone che avevano un ruolo diretto e personale con la famiglia. Mi sembra significativo che sui conti bancari delle società Century One e Universal One avesse un diretto controllo e, devo constatare oggi, poteri di disposizione assoluti”. Sia “nei rapporti con Vanoni che con tutte le altre persone della Fininvest questa familiarità è sempre stato un fatto ovvio”. Ricordava di aver incontrato alcune volte Del Bue. In particolare, dopo la perquisizione del 1996, questi era andato a trovarlo a Londra presso Withers, accompagnato dall'avvocato Acampora, “che in quel momento coordinava l’attività di tutti gli avvocati della Fininvest nel procedimento di c.d. Judicial Review, cioè l’appello contro la perquisizione presso Edsaco”.

Pochi giorni dopo Mills aveva incontrato Acampora una seconda volta, “accompagnato da Marina Berlusconi”.

Gli originali dei trusts erano stati consegnati ai due figli di Berlusconi tramite Vanoni, mentre il documento “Proposed Holding Structure” era presso CMM. Mills apprendeva in quel momento dai P.M. che era stato consegnato a Pierre Amman nel corso della “due diligence” da questi effettuata, ma la cosa gli sembrava assolutamente normale, visto che Cantrade era l’azionista di Edsaco e quindi poteva prendere visione di tutti i documenti di CMM.

Dopo aver preso visione del documento “Ulteriori informazioni”, redatto da Amman1, ed in particolare dell’affermazione secondo la quale la proprietà delle società, i cui interessi erano curati da Vanoni, era di Bernasconi, Berlusconi e Gironi, Mills si stupiva del riferimento a Bernasconi, perché non risultava che questi possedesse alcuna delle società del gruppo. Quest'ultimo non aveva più avuto a che fare con le società offshore sin dal 1994, poiché “era impegnato nell’attività di

  1. Ampiamente descritto nel capitolo dedicato alle società del Fininvest Group B