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“perfettamente essere la persona di fiducia della famiglia Berlusconi” e “l'unico che trattava direttamente gli affari della famiglia”. Mills lo informava quindi che, secondo le indicazioni fornitegli da Gironi, poteva essere sviluppata l'idea dei trusts; nell'occasione Mills consegnava a Vanoni il progetto societario riportato nel documento meglio noto agli atti come “Proposed Holding Structure”.
Il progetto, redatto personalmente dall'imputato, seguiva pedissequamente, anche nel dettaglio, le indicazioni di Gironi. In particolare, anche le condizioni riportate nel documento1 erano state richieste con insistenza da Gironi stesso su disposizione del committente. In sostanza, “la cosa doveva rimanere assolutamente riservata e quindi era necessario tenerlo in una banca, fuori dal territorio italiano”. Sempre su indicazioni di Gironi, veniva predisposta una procura a favore di Carlo Bernasconi, indicata come la persona operativa nel trading dei diritti. Gironi sottolineava che i figli di Berlusconi dovevano essere beneficiari del trust, ma “la gestione pratica della struttura doveva essere sempre soggetta al consenso di Silvio Berlusconi, che nel documento <Proposed Holding Structure> viene denominato <X>”.
Nel progetto era indicato anche in modo semplice ed esaustivo cosa fosse un trust e come funzionasse: “questa informazione era necessaria perché Berlusconi comprendesse anche l'aspetto legale del quale si stava parlando”. Il progetto veniva infatti discusso dalla famiglia Berlusconi, e Vanoni gli riferiva poi che Berlusconi aveva dato il proprio assenso, ma vi erano alcune modificazioni da apportare. In primo luogo, “il documento non sarebbe stato firmato da Silvio Berlusconi ma dai due figli, che così avrebbero assunto il doppio ruolo di costituente (“settlor”) e di beneficiario. Inoltre si voleva legare la possibilità di compiere atti di disposizione al consenso di alcune persone di fiducia di Silvio Berlusconi, intendo dire Gironi, Foscale e Confalonieri che rappresentavano la volontà di Berlusconi”.
I due trusts così creati, Century One e Universal One, avevano ricevuto tale denominazione su indicazione di Candia Camaggi, dirigente Fininvest, “perché si volevano dei nomi che avessero a che fare con il mondo del cinema”.
L’iniziale struttura societaria di cui al “Proposed Holding Structure” era stata progettata da Mills, ed il relativo grafico su sua dettatura era stato intorno al giugno 1991 da Tanya Maynard, che “da sola non poteva avere tutte le informazioni”. Tale struttura veniva poi semplificata in modo “molto drastico, nel senso che dall'apertura dei conti bancari in poi, il controllo effettivo sulle due società è stato esercitato direttamente attraverso il legame fiduciario con Del Bue. Del Bue ha sempre agito sui conti bancari delle società, che io avevo fatto aprire su richiesta di Vanoni, e negli anni mi risulta che ha sempre operato in perfetto accordo con la famiglia Berlusconi”.
- ↑ Il documento “Proposed Holding Structure” è stato esaminato nel capitolo dedicato a Century One e Universal One, e ad esso si rimanda per la sua descrizione.