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Il mio cliente e il signor Bernasconi hanno sviluppato una stretta amicizia nel corso dei molti anni in cui hanno lavorato insieme, sin dal 1980 circa. Il sig. Bernasconi vedeva sempre il sig. Mills quando era a Londra, e viceversa quando il sig. Mills era a Lugano o a Milano. Quando, intorno al 1995, sono iniziati gli arresti e le accuse contro il personale Fininvest, il sig. Bernasconi si mantenne in stretto contatto con il mio cliente”.

Mullins affermava che Bernasconi era stato imputato di falso in bilancio ed era stato prosciolto quando i processi “erano collassati [collapsed]”, che era rimasto sempre in contatto con Mills, anche nel 1996 durante le indagini dello SCO nel Regno Unito, e sapeva tutto della controversia con i suoi ex soci.

Dopo che aveva reso le sue testimonianze nei processi italiani nel 1998, Mills “potè vedere di nuovo Carlo Bernasconi”, che era particolarmente colpito da quanto era stato devastante per la carriera di Mills il suo coinvolgimento, così tanto pubblicizzato, nei processi italiani.

“In varie occasioni il sig. Bernasconi aveva detto al mio cliente che avrebbe voluto fare qualcosa per riparare a quello che riteneva fosse stato un comportamento piuttosto scorretto dei suoi soci”. Era successo che Mills gli aveva passato informazioni circa fondi di investimento offshore che egli stesso aveva ricevuto da un investitore professionale, e che Bernasconi avesse investito in quel fondo e “realizzato guadagni spettacolari di più del 70% nel 1999. Aveva spesso ringraziato il sig. Mills per il suggerimento, e nell'estate del 2000 disse al sig. Mills che voleva dividere parte dei profitti che aveva fatto e che il denaro sarebbe stato disponibile in ottobre. Infatti una cifra di 660.000 dollari fu trasferita sul conto bancario del sig. Mills nell'ottobre 2000.

Il cliente non ha mai considerato l’entrata altro che come un regalo, un gesto estremamente generoso da un ricco intimo amico che riteneva che [egli] fosse stato trattato ingiustamente e voleva dividere con lui il buon guadagno”, ottenuto attraverso il suo suggerimento.

Mullins proseguiva scrivendo che Mills era stato estremamente grato a Bernasconi, che gli aveva così restituito “la posizione che aveva in campo finanziario” prima della spartizione del dividendo con i suoi ex soci, e precisava che “stante la natura del dono non vi era alcun accordo scritto o memorandum di sorta”.

La missiva proseguiva con il dettaglio dell'utilizzo e della rendita degli investimenti effettuati da Mills con le somme in esame, e terminava con il riconoscimento che le circostanze in cui si era venuto a trovare Mills nel 1996 erano molto singolari e certamente non desiderate, sotto diversi profili, salvo che per il gesto gentile di Bernasconi.

Mullins concludeva con la richiesta, contenuta anche all’inizio della lettera, della massima riservatezza, “tenendo in mente che la vicinanza di Carlo Bernasconi a Silvio Berlusconi (sebbene