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Non appare singolare il fatto che Mills e Berlusconi abbiano avuto più d’un contatto diretto.
Il primo era l’avvocato d’affari (o uno degli avvocati d’affari) del secondo, sia in relazione al suo patrimonio personale (si veda tutta la vicenda Century One e Universal One, strutture inizialmente ideate come trusts idonei a garantire la proprietà successoria ai figli Marina e Piersilvio), sia in relazione alle società del Gruppo Fininvest: sicché sarebbe semmai strano che essi non avessero intrattenuto una qualsiasi forma di rapporto personale diretto, pur se non abituale.
Ed infatti è incontestato, per esser sempre stato affermato dallo stesso Mills, che egli si era incontrato con Silvio Berlusconi a Milano (e veniva descritta anche “la villa”) in relazione alla definizione di un “progetto il quale non si è mai concretizzato”: di tale incontro ha parlato lo stesso Mills, anche nel corso dell’interrogatorio sostenuto, a richiesta della difesa Berlusconi, appunto nel procedimento n. 879/00, come da verbale depositato in atti dal P.M. il 13 aprile 2007.
Di un incontro del 1995 Mills aveva parlato anche con Barker, pur senza diffondersi sul contenuto del colloquio, e lo aveva scritto nella “cronologia” che gli aveva consegnato.
Dal verbale della riunione tenutasi presso lo SCO il 20 marzo 1996 (di cui si è già diffusamente trattato nel precedente capitolo) emerge poi che Berlusconi aveva discusso con Mills “che cosa si sarebbe potuto fare per mantenere le distanze fra la sua persona e queste società”: in relazione agli introiti ammontanti a circa 10 miliardi di lire, “al primo momento si pensò alla costituzione di un Trust. I 10 miliardi di lire non potevano andare a Berlusconi, perché ciò avrebbe dimostrato che egli in realtà possedeva le tre televisioni”.
Nella medesima riunione, Mills menzionava ancora un incontro con Berlusconi, senza precisare se si trattava del medesimo, sempre in relazione al dividendo: “… egli era ansioso sulle potenziali implicazioni per lui a causa della sua azione di trasferimento di fondi dalla Horizon ad un conto con il suo solo nome sebbene sapesse di avere l’approvazione di Berlusconi in persona. A tale scopo, aveva avuto un incontro in aprile 1995 con Berlusconi per approvare con lui i dividendi proposti”.
Peraltro, ai soci dello studio Withers Mills aveva raccontato dei contatti con Silvio Berlusconi: lo hanno riferito nelle loro deposizioni sia Scott che Rylatt.
Anche in relazione a questo argomento, dunque, ha trovato conferma l’ipotesi accusatoria.