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Mills sapeva fin dal primo momento di essere l’effettivo proprietario della somma, tanto che ne aveva fatto un uso personale (per ripagare un mutuo e fare un prestito ad un amico1) ed aveva proposto ai suoi soci di regalarne loro una piccola parte. Solo a seguito delle forti pressioni ricevute, principalmente da Virginia Rylatt, e di un approfondito esame da parte dei legali dello studio dei rischi connessi alla ricezione della somma (i soci, pur essendo avvocati, avevano anche chiesto un parere legale), nell’accordo del 27 novembre 1996 era stato deciso l’accantonamento in un conto vincolato e la distribuzione solo quando fosse “prudente” e non vi fossero più problemi connessi ai processi pendenti in Italia.
In quella sede, dunque, l’ipotesi alternativa alla distribuzione, cui Mills venne costretto dai soci pena l’apertura di un procedimento nel Regno Unito, non era la “restituzione al cliente” (come invece ambiguamente in qualche occasione testimoniato da Mills), ma l’apprensione da parte dell’Autorità giudiziaria italiana.
Pertanto l’accordo fra i soci fu reso esecutivo, con il beneplacito del reale beneficiario di Horizon (così Scott, a domanda della difesa) e nel marzo 1999 – dopo che erano state pronunciate le sentenze di condanna di primo grado – Scott, Rylatt e Coffin pretesero le somme di loro spettanza, mettendole così al sicuro. L’ingente quota di Mills, invece, veniva da lui gestita attraverso l’altrui società Struie, fino alla fine del febbraio 2000, come meglio si vedrà nell’esame delle consulenze. A quell’epoca era certo, quanto meno, che Mills non avrebbe più dovuto deporre come testimone: in secondo grado nel procedimento All Iberian, inoltre, era addirittura già intervenuta sentenza dichiarativa di prescrizione.
Nei capitoli che precedono, relativi alle società del Gruppo Fininvest B ed in particolare alle società Century One e Universal One, è già stata verificata ed affermata la reticenza di Mills in ordine all’identità dei loro effettivi proprietari.
Si deve ora aggiungere che Mills, oltre alla ragguardevole somma di quasi 500.000 sterline costituita dalla sua parte del dividendo, riceveva altre somme al di fuori della sua attività professionale. Nel 1996 percepiva direttamente da Silvio Berlusconi almeno 45.000 sterline, dichiarate al fisco inglese; il suo studio (e quindi anch’egli, per la sua parte secondo gli accordi di partneship) riceveva, sempre da Silvio Berlusconi, 25.000 sterline al mese per un periodo di due anni, secondo la versione fornita dallo stesso Mills allo SCO il 20 marzo 1996; 120.000 sterline in tutto, secondo la versione di Virgina Rylatt. Inoltre Mills riceveva da Fininvest
- ↑ Cfr. “cronologia” redatta da Mills, sopra esaminata nel corso della deposizione del teste Barker.