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appunti perché aveva già scritto tutto in una lettera, e comunque preferiva che lui non scrivesse nomi: per questo egli cancellò “Horizon” e scrisse “H”.

Mills aveva aggiunto “di essere il beneficiario finale della struttura che aveva creato ma che, chiaramente, non era previsto che a lui andassero dei soldi, i quali avrebbero invece dovuto ritornare all’impero Berlusconi o al signor Berlusconi stesso”. Al momento del controllo dell’Ufficio antifrode c’erano circa 3 milioni di sterline, che erano rimasti all’interno della struttura: “c’erano stati svariati milioni che in precedenza erano passati attraverso la struttura e che non sarebbero tornati a Berlusconi … quindi avevamo beneficiato di una fortuna inaspettata di 3 milioni di sterline”. Drennan prima riferiva che queste erano le parole esatte proferite da Mills e poi precisava: a seguito ed a causa delle indagini dello SFO e dell’autorità italiana “quei soldi venivano lasciati là perché era inteso che non sarebbero stati restituiti, non potevano esser restituiti al signor Berlusconi o al suo impero, diciamo”.

Le somme di denaro erano patrimonio di una delle società: Mills aveva detto – senza fornire ulteriori dettagli – che esse erano in un trust di cui egli era il beneficiario, erano ivi state versate sotto forma di dividendi, egli aveva deciso di riferirlo al fisco inglese.

Mills aveva poi raccontato a Drennan che quando i suoi soci avevano saputo del dividendo avevano rivendicato la loro parte, cosa che egli non riteneva giusta perché solo lui si era assunto tutti i rischi, senza peraltro specificare di quali rischi si fosse trattato.

Secondo Drennan, Mills sapeva che l’Ufficio antifrode in passato aveva “fatto visita” al suo studio, proprio in relazione a vicende legate a Fininvest [l’indagine del ’96, di cui si è scritto], e aveva detto “beh, adesso è acqua passata, è chiusa la questione”: d’altronde Drennan era tenuto, “secondo l’obbligo imposto dal Proceeds of Crime Act o qualsivoglia legislazione fosse pertinente all’epoca di non rivelare nulla”.


Come stabilito con il commercialista, il successivo 5 febbraio 2004 Mills e la sua consulente fiscale Sue Mullins incontravano David Barker, anch’egli socio di Rawlison & Hunter.

Di tutto quanto discusso nell’incontro veniva redatto un verbale, “note della riunione del 5 febbraio 2004, ore 9, presso Eagle House1: erano presenti David Mills, David Barker e Sue Mullins, che però li aveva raggiunti verso le ore 10.

Mills aveva preparato una “cronologia della sua carriera”, della quale aveva dato una copia a Barker e che successivamente aveva “passato in rassegna” [“which he than ran through”]. Le note sono dunque una sintesi che comprende sia quanto emerge da tale cronologia, sia quanto

  1. contenuto nel fascicolo “Lettera 3 febbraio 2004 a Robert Drennan e documenti collegati” depositato dal P.M. il 13 aprile 2007 al fascicolo del dibattimento.