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come tali egli li aveva sottoposti a tassazione, quale suo introito professionale, nel Regno Unito.


È interessante leggere i verbali dello SCO del 1996, vale a dire quanto Mills dichiarava ai funzionari dello Special Compliance Office di Inland Revenue, che esaminava la sua posizione con il fisco, in una indagine parallela agli accertamenti in corso da parte dell’Autorità Giudiziaria italiana1. Indagine che, in base alla legislazione allora vigente, aveva carattere “confidenziale”, nel senso che le informazioni ivi ricevute non avrebbero potuto esser utilizzate se non a fini fiscali nel Regno Unito.

I verbali delle riunioni (in lingua inglese e relativa traduzione, certamente imperfetta dal punto di vista lessicale, ma non per questo incomprensibile o carente) sono contenuti nel faldone n. 1 degli allegati al fascicolo del dibattimento, denominato “2° DEPOSITO ATTIVITA’ INTEGRATIVA”.

A. Maxwell, del consiglio direttivo dello SCO di Edimburgo, e S.A. Condie, investigatore dello stesso ufficio, si incontravano il 15 marzo 1996 con B. Sturgeon, avvocato di David Mills, il quale consegnava loro una relazione, redatta da Mills, che illustrava la storia di All Iberian, relazione analoga ad un “affidavit” (non in atti) che Mills aveva già consegnato ai magistrati italiani, comprendente i conti della società: Mills si era infatti presentato ai P.M. milanesi nella fase delle indagini, quindi successivamente all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Vanoni ed, evidentemente, alla ricezione (il 22 dicembre 1995) della “NOTA GENERALE” sopra citata.

Nella relazione si legge, sostanzialmente, che nel 1989 Mills (che lavorava da anni per il Gruppo Fininvest) aveva costituito, come gli era stato chiesto, una società in un paradiso fiscale “che detenesse i diritti dei films”. La società, che era stata attribuita [“was retained”] a Mills, veniva usata per attuare transazioni con fondi presi a prestito dal Gruppo. I prestiti sarebbero stati investiti e restituiti al tasso di mercato. Mills era il beneficiario economico della società, ma le decisioni erano prese dai dirigenti del Gruppo, e la gestione quotidiana era nelle mani dei dirigenti della Holding in Lussemburgo. Quando era diventato socio dello studio Withers nel 1995, Mills aveva chiesto di trasferire la proprietà della società. Si era allora appurato che i profitti erano aumentati ed era perciò stato pagato, nel giugno 1995, un dividendo di 5 miliardi di lire italiane.

L’investigatore Condie faceva notare all’avv. Sturgeon che Mills “aveva già ricevuto 2 milioni di sterline solo come compenso per aver fondato una società non residente da parte del Gruppo con sede nel Lussemburgo. Non si trattava forse di un compenso corrisposto a Mills in cambio di suoi

  1. Si veda anche quanto già scritto in ordine alla perquisizione di CMM del 16 aprile 1996 nel precedente capitolo relativo alle società del Gruppo B.