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macchia grigia | 93 |
labbra a un sorriso. — Grazie, non mi occorre nulla, — rispose. Poi, messa la mano nella tasca dei calzoni, ne cavò il pugno serrato e, alzatolo sopra il parapetto, l’aperse. Il vento fece volar via nel fiume, sparpagliati qua e là, forse una ventina di piccoli biglietti.
Mentre io, irritato, stavo per rimproverarlo, balbettò con voce strozzata: — Ho sete.
— Scendete a bere nel fiume, — esclamai duramente.
Il vecchio s’incamminò alla rampa scoscesa, che va giù a lato di una testata del ponte; ma, giunto lì, vacillò sulle gambe mal ferme. Corsi ad aiutarlo e, sostenendolo per l’ascella, lo condussi al fiume. Riempii io stesso il suo cappello di acqua. Bevette a brevi sorsi.
— Non vi rimettete subito il cappello bagnato in testa, che non vi faccia male. Abitate lontano?
— No.
— Ma non siete di questo paese?
— No.
— E dove state di casa? Vi accompagnerò.
— Non importa. Sto vicino.
— V’accompagnerò ad ogni modo.
Il vecchio mi guardò dritto negli occhi, e con accento risoluto disse: — Non voglio.
Poi, meno seccamente, aggiunse quasi con ripugnanza: — Aspetto qualcuno.
— Un figlio forse?