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macchia grigia | 91 |
aspettare, scatta in uno sprazzo e via; tal’altra si caccia distrattamente in un laberinto, e gira e rigira e, se vuole uscirne, le conviene tornare indietro; finalmente accade che ella si smarrisca in uno spazio dove il caso ha messo un insormontabile sostegno di pietre, e allora si ferma impaurita, perde la bussola, s’accascia e da turbine diventa specchio. E sotto all’acqua, che riflette in iride la tinta del cielo o che si trasforma in ispuma d’argento, v’ha il vario e brioso colore dei sassi, giallo, rosso, bianco, verde di muschi e di licheni.
La gran battaglia si concentrava alla pila del ponte. Le onde combattevano le onde, che cozzavano insieme, si spezzavano, si frantumavano, s’accavalcavano, s’ammonticchiavano, diventavano matte di furor bellicoso, mandavano bava in vece di sangue, e gocciole e stille sino al parapetto del ponte, con un romore, con un frastuono da far tremare un eroe.
Il vecchio guardava sempre impassibile.
Andai per la mia strada, senza curarmi di lui, passo passo fino a Nozza.
Il cielo nuvoloso, minaccioso, principiava a oscurarsi, e soffiava un vento assai fresco dalle alte montagne. Rinunciai a proseguire la passeggiata, e tornai indietro. Al Ponte dei Re c’era sempre il vecchio, nello stesso posto, nella stessa attitudine di prima. Guardava sempre a’ piedi della pila.