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72 vade retro, satana

fame, la tua mano è una tenaglia rovente. Nascondi il piede ed il seno. Taci.... Don Giuseppe il tuo amore, voglio il tuo amore; sono la tua schiava; un bacio.... Indietro, Lucifero. No, vieni, vieni, tentatrice, in mezzo alle fiamme; ti abbraccio. Dammi le labbra, lasciamele succhiare; voglio vedere se le hai colorite di rosso. Guardami con i tuoi occhi celesti; lasciami esaminare quei lividori lì sotto se sono l’opera del pennello o l’opera della lussuria. Sozza e santa, i tuoi capelli brillano di raggi d’oro, più lucenti d’un’aureola, più splendenti di un nimbo. Copriti, per carità. Non posso fissare gli occhi nel tuo collo, nel tuo petto: come i ghiacciai sugli alti vertici delle mie montagne quando il sole di mezzodì li illumina in un caldo giorno di estate, il tuo collo ed il tuo petto mi accecano. Ahi, non istringermi tanto con quelle tue braccia morbide e rosee, che mi fai male. Sì, stringi, soffocami, stritolami, fa’ presto: vedi le fiamme che guizzano intorno a noi e già ci ardono i piedi, le gambe, il cuore, la testa.... —

La signora Carlina ascoltava con l’orecchio teso; aveva le guance rosse di vergogna e gli occhi pieni di lagrime. Ripeteva: — Anche lui, anche lui! — e si copriva la faccia con le due mani. A troncare il vaneggiamento che le straziava l’anima, alzò il capo del prete, volgendolo dalla parte del Crocifisso, e gridò: — Guardi, Don Giuseppe, il suo Cristo. — Gli occhi del delirante caddero sulla croce, e a